La discussione infinita sull’anticiclone africano quale elemento tangibile o fantasioso è di quelle che dominano il contesto meteo di ogni estate. A rigor di logica lo si richiama, di fatto, un pò troppo ed a sproposito; e, fondamentalmente, per tre motivi. Il primo motivo è che, sull’africa e nei bassi strati, la misura della pressione che, nei bassi strati, appunto, è misurata in maniera diretta (isobare o linee isobariche), non indica, in genere ed in estate come in questo caso, nessuna alta pressione; anzi. Il secondo motivo è che se per anticiclone africano intendiamo la corrispondente alta pressione in quota occorre ammettere che in quota la pressione non è misurata come tale, ma, a quel livello, ed ovvero intorno, ad es., ai 5.000 mt, si misurano le altezze alle quali ritroviamo la pressione di riferimento di 500 hPa (carte 500 hPa caratterizzate da isoipse o linee di livello altimetrico che individuano la P di 500 hPa). Il terzo motivo è che se è vero che anche in quota, così come al suolo, la P può essere alta o bassa e risulta tanto più alta quanto più alto è il livello altimetrico che riporta una P di riferimento come quella di 500 hPa, è altrettanto vero che l’alta pressione delle quote superiori, che ci riguarda e che riguarda tutta la parte meridionale dell’emisfero, altro non è che la fascia del sub-tropicale, la quale e più o meno, risulta ondulata, con estensioni o promontori più o meno pronunciati, e ritiri che accolgono le saccature, distribuiti lungo la longitudine. Uno schema, questo, che rende relativamente corrette definizioni come promontorio sub-tropicale di matrice atlantica o di matrice africana, ma, forse molto meno, definizioni come quella di anticiclone africano. Dopodiché è anche chiaro come si tenda a semplificazioni e a modi non così tecnici al fine di una migliore comprensione da parte del grande pubblico. Nel frattempo, a proposito di promontorio africano e venendo alla situazione, le notizie relative al medio termine non sono così cattive, giacché il promontorio in quota apportatore di temperature davvero elevate per il periodo tenderà, a partire soprattutto da metà settimana, a ritirarsi per fare spazio a qualcosa di meno baricamente e termicamente drastico, e con la possibilità, che, successivamente e gradualmente, saccature del nord-atlantico, riescano ad affondare sino, quanto meno, al limite delle regioni settentrionali. Inutile confermare, da una parte, l’opportunità di un certo refrigerio e, però, dall’altra, considerare in questi casi sempre la possibilità di fenomeni temporaleschi di una certa intensità. Il disegno riporta la situazione meteo generale prevista intorno ai giorni 5/6. In esso si vede chiaramente come non esista più il promontorio e come valori pressori elevati in quota siano spostati sull’atlantico. Nulla a che vedere con drastiche diminuzioni bariche; molto, però, a che vedere con situazioni meno opprimenti…






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                                          30 giugno 2025...Il probabile cambio meteo del medio termine…